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mercoledì 15 luglio 2015



Eccoci di nuovo a parlare di autori che hanno pubblicato con Edizioni Alef.

Questo mese incontriamo  Giampiero Ruggiero.

 

Prima di tutto vorrei chiederti … chi è Giampiero?

 

Domanda folgorante! E’ un professore e un uomo determinato, volitivo, che crede nella cultura e nella scuola, desideroso di crescere e di imparare tanto e che non si stanca di lavorare, perché è innamoratissimo del proprio lavoro.

 

Ci racconti un po’ del tuo approccio al mondo della scrittura. Quando e perché hai iniziato a scrivere?

 

Era un desiderio recondito e covato da molto tempo. Molti mi spingevano a farlo, anche perché è una delle poche cose che mi è sempre riuscita facile fin da piccolo. Riesco a tirare fuori quello che neppure  a parole  riesco a fare. La scrittura è riflessione, profondità, immaginazione … umanità. So bene che il mio campo è un po’ troppo circoscritto e specialistico, ma ho cercato di rendere fruibile anche ad un pubblico di profani una letteratura che è sempre stata di nicchia ed elitaria, sconfinata ingiustamente nel mondo della scuola o, peggio ancora, nella turris eburnea accademica. E comunque sto pensando a qualcosa di diverso e ad una scrittura più creativa; devo ringraziare per questo mia moglie: è lei che mi spinge e mi carica positivamente. Lei mi dice che quando parlo o scrivo so essere policromo, poiché passo dal serio al  faceto, dal tragico al comico con una fluidità sorprendente. Quindi sono aperte le porte ad altre scelte.

 

Di che cosa non puoi fare a meno mentre ti accingi alla scrittura? Hai qualche rito scaramantico, curiosità o aneddoto da raccontarci al riguardo?

 

Di stare solo e in silenzio. Quando ho qualche difficoltà mi alzo: mentre sono sotto la doccia o a letto prima di addormentarmi penso e ripenso: le idee migliori o la soluzione mi viene stranamente in quei momenti.

 

Stai per partire per un viaggio, ma puoi portare con te solo tre libri. Quali scegli?

 

Sono un cultore del mondo classico e della letteratura nostrana: quindi non può mancare Seneca, Pirandello (lo amo alla follia!) e poi… dai Ovidio (l’Ars amatoria serve per eventuale avventura!).

 

Il greco perché? Lingua morta o viva?

 

Il discorso sarebbe lungo: per i profani e, permettetemi, per gli “ignoranti” non serve. Allora io mi chiedo: “ma ditemi qual è la cosa che serve veramente nella vita?”. Lingua viva o morta: il problema non è questo: tutte le lingue prima o poi moriranno; anzi la lingua muore giorno dopo giorno, perché essa è esattamente un essere vivente come lo siamo noi; nasce, si evolve, cambia e si estingue. Ma il greco, quel greco che si studia nei Classici è una lingua ormai “santa” (perdonate l’audace blasfemia dell’accostamento). Essa è lì fissa, immobile in una bellezza sempreverde, perenne, madre di una letteratura a cui tutti i poeti e gli scrittori hanno guardato come modello. Quel greco è la nostra storia, in esso ci sono le nostre radici. E poi vogliamo parlare della ricchezza culturale e dell’azione formativa della lingua greca, da cui quella latina non può prescindere? Ogni giorni faccio comprendere concretamente ai mie alunni quanto giovi alla mente e alla ragione la lingua greca. Vorrei vedere un medico che non ha studiato il greco. Il greco si può anche dimenticare, ma la bellezza della sua azione “demiurgica” rimane e brilla nella persona.

 

E le tue letture di oggi? Quali sono i generi e gli autori preferiti. Che libri tieni sul comodino?

 

Di autori contemporanei, devo dire la verità, non me ne piacciono tanti. Non trovo ancora quello che mi prende e mi interessa. Siamo sommersi da tanta banalità che non so orientarmi. Comunque mi piacciono i romanzi e le biografie. E adoro i saggi, ma quelli ben scritti e riguardanti la politica o questioni sociali o etici. Insomma una letteratura impegnata e profonda che serva quanto meno a capire la realtà in cui ci troviamo, a saperla decodificare e ad accrescere il nostro spirito critico. E poi libri ben scritti. I libri devono essere e sono opere d’arte: la forma è importante! Avete capito: non sopporto la sciatteria.

 

Come fai a tornare dal caos umano dopo il silenzio che incontri quando sei nella profondità della scrittura?

 

Mia moglie è sorpresa dalla facilità e dalla rapidità con cui mi immergo nello studio e nelle mia attività di lavoro. Non è che io viva nel caos, non mi piace. Ci sono momenti di divertimento, ascolto molto la musica, ma poi riesco a ritagliarmi i momenti di silenziosa quiete nel mio studiolo seminterrato. Più che il silenzio ho bisogno di una temperatura confortevole: il caldo, il tepore. La cosa che mi disturba più di tutte è il freddo!

 

Una critica che hanno fatto al tuo libro.

 

Una! Una sola!? Chissà quante ce ne sono o ce ne sarebbero! Scherzo. Comunque penso che soprattutto nel mio caso di piccole annotazioni da fare ce ne siano. Ma per me vale la funzione costruttiva della critica e il continuo miglioramento.

 

Il prossimo libro cui stai pensando o lavorando?

 

Al momento sto ultimando un lavoro di traduzione e commento ad altre due opere di Plutarco di Cheronea tratte dai Moralia: si tratta di due scritti consolatori. Uno rivolto ad un amico per la perdita dell’amato figlio e il secondo alla propria moglie per la morte della cara figliuola. Insomma due testi molto attuali, commoventi e anche utili. E’ bello e interessante vedere come  gli antichi cercavano di consolarsi dinanzi alla morte con argomenti che vanno al di là della fede, con l’ausilio della sola ragione.
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Nato in provincia di Brindisi e animato da una spiccata passione per la cultura del mondo classico, ha conseguito la laurea in Lettere Classiche presso l'Università del Salento, proseguendo gli studi con corsi accademici di perfezionamento posta- laurea in filologia classica. Abilitato all'insegnamento su concorso ordinario a cattedra e tramite Scuola di Specializzazione presso l'Università Cattolica di Milano, attualmente insegna Latino, Greco e Italiano come docente di ruolo presso il Liceo Classico Statale di Casarano in provincia di Lecce. Nelle pause della sua attività didattica continua a dedicarsi allo studio del greco antico, con una particolare predilezione per l'opera di Plutarco di Cheronea, i cui Moralia costituiscono al momento l'oggetto dei suoi studi linguistici e letterari.
 
@lorenzofantacuzzi

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